La cannabis sativa è una pianta che ha accompagnato l’umanità per millenni, sia come fonte di fibre, olio, cibo, che come sostanza psicoattiva per scopi ricreativi, religiosi e terapeutici. Tuttavia, la sua legalità e il suo impatto sociale sono stati oggetto di controversie e cambiamenti nel corso della storia. In questo articolo, vedremo come la cannabis sativa ha influenzato il comportamento di popoli e governi in diverse epoche e aree geografiche, e quali sono le sfide e le opportunità che presenta oggi.

La cannabis nell’antichità

La cannabis è originaria dell’Asia centrale e meridionale, dove è stata coltivata fin dal neolitico per le sue proprietà tessili e alimentari. La sua diffusione in altre zone fu resa possibile dai commerci e dalle migrazioni di popolazioni nomadi come gli Sciti, che lo utilizzarono anche per scopi rituali e terapeutici.

La cannabis era riconosciuta e apprezzata dalle antiche civiltà del Vicino Oriente, dell’Egitto, della Grecia e di Roma che la utilizzavano per una varietà di scopi, tra cui la produzione di corde, tessuti e carta, medicina, cosmetici e magia. Autori classici come Erodoto , Plinio il Vecchio e Galeno descrivono gli effetti psicoattivi e i modelli di consumo.

La cannabis era presente anche in India, dove era considerata una pianta sacra associata al dio Shiva e alla dea Parvati. Nella tradizione indù, la cannabis era usata per preparare il soma, una bevanda rituale che induceva uno stato di estasi mistica.

Inoltre, la marijuana era un componente del bhang, una bevanda a base di caffè e spezie utilizzata per scopi terapeutici o religiosi. Inoltre, la cannabis arrivò in Cina, dove veniva coltivata da almeno 6000 anni per la sua fibra. La pianta era anche usata per scopi medici, come testimonia il più antico testo di farmacologia cinese, il Pen Ts’ao Ching, attribuito all’imperatore Shen Nung (2737-2697 a.C.). Questo saggio elenca i benefici terapeutici della cannabis nel trattamento di una varietà di disturbi, tra cui malaria, gotta, reumatismi e coliche.

La cannabis nel Medioevo e nell’età moderna

Nel Medioevo, la cannabis continuò ad essere coltivata e usata in Europa per scopi industriali e medici. Tra le tante opere che ne parlano, è da citare il De Vegetabilibus di Alberto Magno (1200–1280), che ne descrive le proprietà anestetiche e antispasmodiche.

La cannabis fu introdotta anche nel mondo islamico, dove era nota come qinnab o hashish. La sua diffusione fu favorita dai contatti commerciali con l’India e con l’Africa orientale. La cannabis era usata sia per scopi ricreativi che religiosi, soprattutto da alcune sette mistiche come i sufi e gli assassini. Tuttavia, la sua legalità è stata contestata dai giudici musulmani, divisi tra coloro che lo ritenevano proibito come l’alcol e coloro che lo tolleravano o lo permettevano.

La cannabis raggiunse anche l’Africa subsahariana, dove fu adottata da vari popoli come i berberi, gli zulu, i congolesi e gli ashanti. La pianta era usata per scopi sociali, religiosi e terapeutici. Per aumentare il loro coraggio e la loro resistenza, ad esempio, gli Zulu lo consumavano prima delle battaglie.

La cannabis fu portata anche nel continente americano dagli europei a partire dal XVI secolo. Inizialmente fu coltivata per le sue fibre in paesi come il Brasile, il Messico e il Perù. Successivamente la pianta fu introdotta anche tra le popolazioni indigene, che la utilizzarono per scopi cerimoniali e terapeutici incorporandola nelle loro tradizioni.

La cannabis nell’età contemporanea

Nell’età contemporanea, la cannabis ha subito una forte stigmatizzazione e proibizione in molti paesi, soprattutto in Occidente. Questo processo è iniziato negli Stati Uniti, dove la pianta era associata agli immigrati messicani e ai neri, considerati gruppi socialmente pericolosi e devianti. Il Marijuana Tax Act fu approvato dal governo federale nel 1937 e stabilì una tassa sul possesso e sulla vendita di marijuana, rendendola così illegale.

La proibizione della cannabis si estese anche ad altri paesi, soprattutto sotto l’influenza degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, che classificarono la pianta come una sostanza pericolosa e senza valore terapeutico. Tra i numerosi accordi internazionali che regolano la legalità della cannabis, ne spiccano tre: la Convenzione sulla soppressione dell’ubriachezza del 1961, la Convenzione sulle sostanze psicoattive del 1971 e la Convenzione contro il traffico illecito di sostanze ubriache.

La proibizione della cannabis ha avuto diverse conseguenze negative, tra cui:

  • La criminalizzazione di milioni di consumatori, che sono esposti a sanzioni penali e sociali.
  • Il fiorire di un mercato nero, che genera violenza, corruzione e inquinamento ambientale.
  • La limitazione della ricerca scientifica e medica sulla pianta e sui suoi principi attivi.
  • La perdita di opportunità economiche e occupazionali legate alla coltivazione e alla trasformazione della pianta.

Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito anche a un movimento di riforma della legislazione sulla cannabis in diversi paesi, che ha portato a varie forme di depenalizzazione, decriminalizzazione o legalizzazione della pianta per scopi ricreativi o terapeutici. Tra i paesi che hanno legalizzato l’uso ricreativo della cannabis ci sono Canada, Georgia, Malta, Messico, Sudafrica, Thailandia e Uruguay. Negli Stati Uniti l’uso ricreativo della pianta è stato legalizzato in 19 stati federati, 2 territori e nel Distretto di Columbia. In Australia, solo nel Territorio della Capitale Australiana.

Tra i paesi che hanno legalizzato l’uso terapeutico della cannabis ci sono Albania, Argentina, Australia, Barbados, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Ecuador, Finlandia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Giamaica, Libano, Lussemburgo, Malawi, Malta, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Ruanda, Saint Vincent e Grenadine, San Marino, Sudafrica, Spagna, Sri Lanka, Svizzera, Thailandia, Regno Unito, Uruguay, Vanuatu, Zambia e Zimbabwe.

La legalizzazione della cannabis per scopi ricreativi o terapeutici presenta diverse sfide e opportunità, tra cui:

  • La regolamentazione del mercato legale, che deve garantire qualità, sicurezza e tracciabilità dei prodotti.
  • La prevenzione dell’abuso e della dipendenza da cannabis, soprattutto tra i giovani e le persone vulnerabili.
  • L’educazione e l’informazione sui rischi e sui benefici della cannabis per la salute fisica e mentale.
  • La promozione della ricerca scientifica e medica sulla pianta e sui suoi principi attivi.
  • Lo sviluppo di nuove opportunità economiche e occupazionali legate alla coltivazione e alla trasformazione della pianta.

La cannabis sativa è una pianta che ha avuto un ruolo importante nella storia e nella cultura di molti popoli e governi. La sua legalità e il suo impatto sociale sono stati soggetti a cambiamenti e controversie nel corso del tempo. Oggi, la cannabis è al centro di un dibattito globale che coinvolge aspetti politici, economici, sanitari e umanitari. In questo contesto, è fondamentale avere una conoscenza approfondita e aggiornata della pianta e dei suoi effetti, per poter prendere decisioni informate e responsabili.